La musica con la pancia


Tutte la volte che si parla di musica succede che si comincia a disquisire sulla tecnica, lo stile, la bravura, l'originalità di un brano o di un artista ma poco spesso di cosa ci evoca o ci smuove dentro.
Così mi è venuto in mente di raccontare la MIA musica ovvero quella che mi piace ma da un punto di vista diverso ovvero descrivendo quello che mi ricorda o mi fa sentire quando l'ascolto.
So già che sarà durissima data la quantità di brani che mi danno brividi o che me li hanno dati e che spaziano dalla classica al rock, dalla musica d'autore italiana all'elettronica anni '80.
Che dire... proviamoci e vediamo che succede.

martedì 2 aprile 2013

Death Cult - God's Zoo

Anche questo gruppo mi riempie di ricordi, prima di tutto perchè si suonava e si ballava al mitico Tenax, e già quello sarebbe abbastanza, ma soprattutto perchè è stato uno dei primi gruppi stranieri con cui sono andato in tour.
Era la primavera dell' '84. In quel periodo, mentre con il piccolo service con il quale lavoravo oltre al Tenax, facevamo solo tour di artisti italiani (qualcuno di cui magari vi parlerò, qualche altro su cui stenderò un velo) arrivò la notiziona: c'è da fare il tour dei Death Cult, due date una a Firenze al Velodromo delle Cascine e una a Roma ai Macelli, WOW!
Cominciamo a preparare il materiale: front line, back line, luci, ciò che ci mancava viene preso a noleggio.
Arriva il giorno del primo concerto, al velodromo è tutto pronto, c'è un bel po' di gente.
Con un po' di emozione addosso comincio ad illuminare le loro canzoni e tutto fila liscio fino alla fine dell'ultimo bis, momento in cui Ian Astbury, un po' brillo, lancia in aria il microfono per l'ennesima volta e se ne va lasciandolo cadere in terra dove si sbriciola: folla in delirio, noi con gli occhi sbarrati. Era un costosissimo, almeno per noi, microfono che era stato da loro richiesto. Paranoia totale, oltre all'incazzatura dovevamo trovarne un altro per la sera dopo a Roma.
Andiamo a protestare con il tour manager il quale ci dice che il cantante non vuole sentire ragioni e non ha intenzione di rimborsare nulla.
Smontiamo tutto e ci prepariamo per andare a Roma mentre si continua a cercare un altro microfono.
Roma il giorno dopo. Troviamo il microfono a noleggio e montiamo tutto.
Poco prima del sound check il cantante ci chiama nei camerini e scusandosi per la sera prima ci da i soldi del microfono distrutto.
Quella di Roma fu una serata fantastica.
Loro, l'anno dopo, avrebbero cambiato nome in The Cult e fatto uscire l'ultrafamoso She Sells Sanctuary.










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