La musica con la pancia


Tutte la volte che si parla di musica succede che si comincia a disquisire sulla tecnica, lo stile, la bravura, l'originalità di un brano o di un artista ma poco spesso di cosa ci evoca o ci smuove dentro.
Così mi è venuto in mente di raccontare la MIA musica ovvero quella che mi piace ma da un punto di vista diverso ovvero descrivendo quello che mi ricorda o mi fa sentire quando l'ascolto.
So già che sarà durissima data la quantità di brani che mi danno brividi o che me li hanno dati e che spaziano dalla classica al rock, dalla musica d'autore italiana all'elettronica anni '80.
Che dire... proviamoci e vediamo che succede.

sabato 20 aprile 2013

Pankow - Me and My Ding Dong

Mi sto ancora ancora mordendo le mani...
Qualche giorno fa Pankow, gruppo storico dell'elettronica fiorentina di cui vi avevo già parlato, dopo secoli sono tornati a Firenze e con un disco nuovo: AND SHUN THE CURE THEY MOST DESIRE, ed io non ho potuto vederli. Spero che si rifacciano vivi prima o poi qua nei dintorni.
Mi rimane comunque il vinile di cui parlo nel post precedente su di loro e diversi altri album che conservo gelosamente.
Stamani mi è appunto tornato tra le mani l'album che ha un curioso quanto spesso veritiero titolo in latino "Omne Animal Triste Post Coitum". L'album è una serie di brani registrati dal vivo nel loro tour negli USA e uscito nel 1990, l'ho ascoltato e mi ha intrigato particolarmente questo brano, allora ho cercato sul tubo ed ho trovato...
Vi propongo due versioni, quella puramente elettronica e quella sull'album di cui parlavo.
Se masticate l'inglese potete anche cimentarvi in una traduzione del testo che ha molto a che fare con il titolo del disco del tour americano.
Ah! A proposito, vi butto li anche il promo del disco nuovo...
Grandissimi Pankow!
Buon ascolto.



Promo del disco nuovo:


giovedì 4 aprile 2013

Franco Battiato Pollution - Areknames

Questa è una lunga storia, il mio primo viaggio in autostop da solo: d'altra parte l'avventura è l'avventura!
Estate 1973, giunge notizia che hanno organizzato un festival rock a Sacile del Friuli.
"Allora ragazzi si parte?"
"Ma veramente a me non mi mandano..."
"Io parto per il mare con i miei..."
Praticamente piantato in asso! Ah si? Allora parto da solo.
La mattina di buon'ora sono all'ingresso di Firenze Nord con il mio sacco a pelo e alzo il pollice.
Viaggio senza intoppi tra camionisti e famiglie e arrivo a Sacile nel tardo pomeriggio. Mi guardo intorno e vedo 7-800 persone un po' smarrite, una radura in mezzo al bosco con un palco scalcinato, servizi quasi inesistenti e manco una tettoia sotto la quale dormire.
Furono comunque due giorni intensi, conobbi un sacco di gente ed di un sacco di gente mi dimenticai subito, giorni lisergici, notti nel bosco attorno al fuoco con gente che suonava dappertutto.
la seconda sera arrivarono i gruppi più grossi tra i quali mi sembra di ricordare i Perigeo, sicuramente Mauro Pelosi che cantò "Vent'anni di galera" cambiando il testo per denigrare gli organizzatori e Battiato Pollution che praticamente fu l'unico a fare il suo concerto e mi piacque parecchio, non credevo che sarebbero stati capaci di creare gli stessi suoni e la stesse atmosfere dal vivo.
Al ritorno passai da Venezia dove dormii al Lido in un giardino insieme a ragazzi di tutte le nazionalità che viaggiavano come me in autostop con il sacco a pelo, scambiando parole, cibo e musica mi girai tutta la città.
Viaggio, avventura e musica: che si poteva volere di più!



mercoledì 3 aprile 2013

James Brown - get up offa that thing

King of Soul! Ed era vero, James Brown era il Re del Soul. Il primo brano che ho sentito di lui è stato "I Got You". Nel '67 mentre giocavamo con la pista elettrica della politoys a casa di un mio compagno di scuola.
Suo padre aveva una piccola collezione di dischi e noi, con tutte le dovute cautele li ascoltavamo sul giradischi di "Selezione dal  Reader's Digest", attrezzo che gli anziani come me si ricorderanno molto bene.
Il pezzo ci piaceva a bestia e ci dimenavamo a tempo mentre si pigiava il tasto per far correre la macchinina.
Poi  di suoi brani ne ho ascoltati una marea ed hanno spesso fatto parte di playlist  che facevo per radio, macchina e amici ma quello che vi piazzo qua sotto è uno di quelli che mi piace di più anche per titolo e testo:
butta fuori sta cosa e dopo ti sentirai meglio....





martedì 2 aprile 2013

Death Cult - God's Zoo

Anche questo gruppo mi riempie di ricordi, prima di tutto perchè si suonava e si ballava al mitico Tenax, e già quello sarebbe abbastanza, ma soprattutto perchè è stato uno dei primi gruppi stranieri con cui sono andato in tour.
Era la primavera dell' '84. In quel periodo, mentre con il piccolo service con il quale lavoravo oltre al Tenax, facevamo solo tour di artisti italiani (qualcuno di cui magari vi parlerò, qualche altro su cui stenderò un velo) arrivò la notiziona: c'è da fare il tour dei Death Cult, due date una a Firenze al Velodromo delle Cascine e una a Roma ai Macelli, WOW!
Cominciamo a preparare il materiale: front line, back line, luci, ciò che ci mancava viene preso a noleggio.
Arriva il giorno del primo concerto, al velodromo è tutto pronto, c'è un bel po' di gente.
Con un po' di emozione addosso comincio ad illuminare le loro canzoni e tutto fila liscio fino alla fine dell'ultimo bis, momento in cui Ian Astbury, un po' brillo, lancia in aria il microfono per l'ennesima volta e se ne va lasciandolo cadere in terra dove si sbriciola: folla in delirio, noi con gli occhi sbarrati. Era un costosissimo, almeno per noi, microfono che era stato da loro richiesto. Paranoia totale, oltre all'incazzatura dovevamo trovarne un altro per la sera dopo a Roma.
Andiamo a protestare con il tour manager il quale ci dice che il cantante non vuole sentire ragioni e non ha intenzione di rimborsare nulla.
Smontiamo tutto e ci prepariamo per andare a Roma mentre si continua a cercare un altro microfono.
Roma il giorno dopo. Troviamo il microfono a noleggio e montiamo tutto.
Poco prima del sound check il cantante ci chiama nei camerini e scusandosi per la sera prima ci da i soldi del microfono distrutto.
Quella di Roma fu una serata fantastica.
Loro, l'anno dopo, avrebbero cambiato nome in The Cult e fatto uscire l'ultrafamoso She Sells Sanctuary.