Recensioni si, ma non cercate cronologia, coerenza di generi o disquisizioni tecniche perchè non ne troverete. Quello di cui si parla qui sono unicamente sensazioni, ricordi e per usare una parola più che abusata, emozioni. Sarà più facile che scriva della situazione in cui ho ascoltato il brano di cui si parla invece che dell'anno di uscita o dei musicisti che vi hanno partecipato, per quello cercate su Wikipedia che ne sanno sicuramente più di me: sono solo un vecchio appassionato fruitore.
Tutte la volte che si parla di musica succede che si comincia a disquisire sulla tecnica, lo stile, la bravura, l'originalità di un brano o di un artista ma poco spesso di cosa ci evoca o ci smuove dentro. Così mi è venuto in mente di raccontare la MIA musica ovvero quella che mi piace ma da un punto di vista diverso ovvero descrivendo quello che mi ricorda o mi fa sentire quando l'ascolto. So già che sarà durissima data la quantità di brani che mi danno brividi o che me li hanno dati e che spaziano dalla classica al rock, dalla musica d'autore italiana all'elettronica anni '80. Che dire... proviamoci e vediamo che succede.
Anche questa volta ero in giro con le lucette dei concerti. Era il '94, un giorno di "off" di una delle tante tournee, sono in albergo sdraiato e sto guardando la tv. Pubblicità, un'auto trova un tunnel interrotto pieno d'acqua, tutte le altre auto si fermano ma quell'auto prosegue, si immerge ed esce dall'altro lato del tunnel.
Niente di strano, una qualsiasi pubblicità ma la musica, così rarefatta, così ipnotica, mi prese alla sprovvista....
Allora non era così facile scoprire che brano fosse e chi la suonasse, non esistevano le "diavolerie moderne" tipo Shazam ma mi misi d'impegno a cercare finchè non svelai l'arcano e presi subito il disco.
Ve li presento, un gruppo strano che non era proprio un gruppo ma una mente, Mark Griffin, una sorta di trip hopper di cui conosco poco la storia, ma questo brano è proprio bello....
Anno 1973, 17 marzo, io e i' Biri si parte il pomeriggio in autostop per Bologna! Si va a vedere i Jethro Tull!
Arriviamo al palasport e scopriamo che la tensione è già abbastanza alta: dicono che sono finiti i biglietti ma sono solo voci per cui ci mettiamo in fila alla biglietteria. Ogni tanto si apre lo sportello e vendono qualche biglietto, non capiamo con quale criterio. Intanto il tempo passa, l'ora del concerto si avvicina e noi ci avviciniamo allo sportello. Cominciamo a vedere dei movimenti strani: un certo numero di celerini si avvicinano alla biglietteria. Manca una sola persona poi tocca a noi, siamo eccitati: tra poco si entra nel palasport!
Succede tutto all'improvviso: il ragazzo di fronte a noi si innervosisce e inveisce contro la biglietteria, il poliziotto li accanto comincia a manganellarlo. Ne arrivano altri. Chiusi tra le transenne senza la possibilità di sfilarsi subito ci prendiamo un paio di manganellate a testa poi ne usciamo e li parte il casino.
I ragazzi chiedono perchè e giù manganellate. Poi cominciamo a spintonare e ad urlare e giù manganellate: cominciano a volare i sassi, arrivano le camionette, partono le cariche, lacrimogeni, sassate e poi qualche molotov improvvisata: più di due ore di scontri con la polizia.
Noi eravamo molto giovani e stavamo in mezzo a questo casino affascinati, era una sorta di sfogo della rabbia accumulata durante tutto il pomeriggio ma faceva anche un po' paura, eravamo molto giovani.
Di quella giornata rimase l'adrenalina e l'eccitazione di sentirsi "contro" e la rabbia e la delusione di non essere riusciti a vedere il concerto.
Negli anni successivi mi è capitato di vederli suonare e tutte le volte ho ripensato a quell'episodio: era stato un assaggio dell' "Avventura"....
Il concerto era questo, registrato su pellicola super8.